Around Me! Oggi parliamo del sigaro cubano

Uno dei prodotti che attirano la curiosità di tutti coloro che arrivano a Cuba è il Sigaro Avana, uno dei prodotti più caratteristici dell’isola, la cui storia si intreccia in maniera indissolubile con la storia della nazione cubana. 

Il tabacco (nicotiana tabacum) è una pianta originaria del Sudamerica (precisamente dei pressi del lago Titicaca), molto diffusa in tutte le civiltà precolombiane: la usavano gli aborigeni come foglia medicinale per curare diverse malattie e ne utilizzavano il fumo nei riti religiosi. 

Uno dei marinai arrivati nel Nuovo Mondo con Cristoforo Colombo nel 1492, Rodrigo de Jerez, è stato responsabile dell’introduzione in Europa dell’abitudine di fumare questa foglia. 

I nativi arrotolavano foglie di palma o mais mettendo all’interno il tabacco, poi ne accendevano un lato e “bevevano” il fumo dall’altro. 

Jerez, tornato in Europa, introdusse quest’usanza ma l’inquisizione spagnola che giudicava la sua abitudine “peccaminosa ed infernale” lo imprigionò.

Quando fu liberato, sette anni dopo, l’abitudine del fumo era ormai diffusa. 

La Chiesa si è impegnata per tanti anni a combattere il tabacco sia in Spagna che in altri paesi europei, ma già a metà del Cinquecento l’abitudine di fumare era diventata una moda per tutte le classi sociali. Addirittura, Jean Nicot, uno degli ambasciatori della regina di Francia, Caterina de’ Medici, le portò in omaggio non solo le foglie ma anche i semi, per mitigare le sue consuete crisi d’emicrania. 

Non a caso il famoso naturalista svedese Linneo decise di derivare dal cognome del diplomatico il nome scientifico della curiosa specie botanica (nicotiana tabacum).

Il Tabacco oggi è diffuso in tutto il mondo, indiscutibile risulta il fatto che oltre un centinaio di paesi coltivano questa pianta e per la produzione di sigari e sigarette vengono impiegati grandi quantità di risorse, mezzi e persone. 

La qualità superior però viene solitamente associata alla lavorazione artigianale di certi pezzi particolari, detti puros, arrotolati con cura e fatti con una materia prima eccezionale, che contraddistingue CUBA, ritenuta con ragione il non plus ultra del tabacco pregiato, grazie ai suoi spettacolari SIGARI AVANA. 

Infatti, conviene sottolineare che quando si parla di AVANA, nel comparto commerciale del tabacco, il riferimento spetta soltanto ai sigari pregiati cubani, poiché come solitamente dicono gli specialisti: AVANA è una categoria irraggiungibile al di fuori del territorio dell’Isola Grande e questo dipende non soltanto dalla saggezza dei coltivatori e degli arrotolatori, ma anche da condizioni naturali particolari. 

Il tabacco dalle qualità necessarie per confezionare un AVANA proviene da alcune zone specifiche di Cuba. 

Solamente nella regione conosciuta come Vuelta Abajo (in provincia di Pinar del Rio) ed in piccole zone delle provincie centrali (Sancti Spiritus e Villa Clara) e della provincia di Santiago de Cuba (sul versante sudorientale) si trovano i terreni adatti a questo scopo.

In un “puro” AVANA tutto il tabacco che si usa è del tipo tabacco nero cubano, discendente per via diretta dalle piante scoperte dal Colombo il 27 ottobre del 1492. 

Ci vogliono però due tipi di foglie per questi sigari, le cui piante vengono coltivate in maniera diversa: da una parte, il tabacco coperto, che cresce sotto una fine rete di stoffa che consente alle piante l’assorbimento del calore del fortissimo sole tropicale: attraverso la rete la luce viene filtrata e con questo procedimento si ottengono delle foglie enormi e sottili che si scelgono per fare le “capas” del “puro AVANA”; queste sono infatti le foglie assolutamente più care in tutta l’industria mondiale dei sigari. 

Il resto dei “puros” (sigari cubani) invece si arrotolano con il cosiddetto tabacco di sole (suddiviso in “tripa” e “capote”), sempre pregiato. 

Innanzitutto, occorre piantare il ceppo nel vivaio e curarlo con impegno per un mese e mezzo finché non raggiunge circa 15 centimetri di altezza. Di seguito vengono trasferite alle vere e proprie piantagioni, la cui terra deve essere arata parecchie volte nell’arco di due mesi e mezzo. 

La raccolta delle foglie si fa man mano che crescono sulla pianta, ma non si ritirano tutte insieme, poiché si cerca di concedergli il tempo necessario per diventare sufficientemente grosse. 

Per lo più si tolgono due o tre foglie ogni volta, dal basso verso l’alto, in un processo che inizia quaranta giorni dopo il trapianto dal vivaio alla piantagione. 

A partire dalla raccolta, queste foglie vengono appese ai cavi che si stendono dentro le rustiche capanne (casas de tabaco o Vegas), affinché possano asciugarsi piano piano, in un altro processo accuratissimo e naturale al cento per cento chiamato “secado”, che può durare dieci, quindici o addirittura più di diciotto mesi. Solo quando sono completamente asciutte ed hanno acquisito il caratteristico colore marrone, queste foglie prescelte si utilizzano per la lavorazione dei “puros”.